pubblicata su Facebook il 15 luglio 2021

E così la scuola italiana ha trovato il suo capro espiatorio: la Dad

Ora, che il livello di preparazione degli studenti sia decisamente più basso rispetto a 20/30/40 fa, nonostante il fiorire di 100 ogni dove, è un dato oggettivo che non emerge certamente ieri.

Era oggettivo molto prima della pandemia. Dare la colpa alla Dad equivale a lavarsi le mani rispetto ad una situazione ben più complessa.

Una delle criticità della scuola italiana è proprio il primo ciclo. Da tempo la scuola primaria è diventata la scuola dei progetti sullo scibile umano, abdicando a quella che sarebbe la sua missione: insegnare a leggere, scrivere e far di conto.

La tendenza è parlare di tutto un po' senza approfondire nulla. I bambini oggi alla fine dei 5 anni non hanno mai scritto un tema, anzi manco una frase. Risolvono problemi fin troppo banali, in quinta forse quelli di una classe terza.

Ed ancora, alla primaria non si può bocciare, non si possono praticamente dare insufficienze ( in fase di prima acquisizione che vuol dire? Nulla), niente di niente che metta gli alunni a confronto con le proprie lacune, che li sproni ad affrontare le difficoltà ed i limiti. Io sono convinta che se in prima ed in seconda è corretto lavorare sull'emotività, sull'accoglienza, spronando autostima e sicurezza, dalla terza in poi servono ostacoli, posti di fronte per essere superati con l'aiuto degli insegnanti, servono prove , bisogna abituarsi anche alla misurazione della preparazione, bisogna imparare a superare i limiti con studio e sacrificio. Si deve iniziare a crescere.

Poi si arriva alle medie e li, fin dai miei tempi, è stato il buco nero, complice anche l'età complessa dell'adolescenza.

Sarò retrò ma ci vuole più impegno e meno buonismo e la Dad non ha alcuna responsabilità. Meno progetti e più grammatica e matematica, ecco cosa servirebbe!

Prof.ssa Ilaria Cecot

 

torna alla pagina iniziale

 

Copyright © 2017 prof. Giuseppe Balacco
Valid XHTML and CSS. UTF-8 encoding.